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Ancora sulle parole della degustazione

Una storia nuova?

Appena conclusa la lettura di un classico percorso di degustazione la prima sensazione è quella di aver letto la mappa di un'autostrada senza uscite. Mezzo di trasporto bianco a chiusura ermetica, insonorizzato, tappe precise, pilota automatico e via. Percorso più o meno lento alla fine del quale i neofiti avranno scoperto un mondo affascinante, complesso, magari un po' costruito, qualche volta al limite del fantasioso. Una fiaba alla fine della quale i più fortunati avranno trovato quello che erano stati invitati a cercare. E i professionisti della degustazione? Le guide, che raccontano sempre la stessa storia con impercettibili varianti, come si sentono? Non è strano che i riferimenti siano sempre gli stessi? Non sarebbe interessante provare a raccontare storie nuove? Proviamo per un momento a lasciar perdere ciliegie, frutti di bosco, vaniglia, cacao, carruba, mandorle, erbe, frutta esotica... iniziamo a darci riferimenti diversi, approcci diversi, spazi e tempi diversi, rinunciamo alle sicurezze di una metodologia collaudata ma un po' ammuffita e claustrofobica. Siamo ancora solo all'inizio, questa breve riflessione non è nulla più che un'altra provocazione però rappresenta comunque l'esternazione di un sentire comune ampio. Proviamo a cercare una risposta insieme.

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